26 Ott NearteNeparte e la filiera della lana al Bioparco di Roma

Non riesco a descrivervi tutta la giornata, ci sono troppe cose che dovrei scrivere e non so nemmeno se vi interessa quindi ho deciso di raccontarvi 4 cose: la più divertente, la più magica, la più emozionante, la più interessante
1- la più divertente
Quanto mi sono divertita quando alla fine di uno dei laboratori un vecchietto col marcato accento romano, iniziando la filiera con la “lana sucida”, mi ferma e mi dice :” signorina (eh già solo per questo l’ho amato), mi scusi ma è scritto in romanesco stretto?” C’è rimasto male quando gli ho detto che non era romanesco ma era il nome della lana appena tosata e la moglie a quel punto, forse delusa dalla mia risposta, mi guarda con la bocca aperta per qualche istante e mi chiede : “e che vordì?”. Li ho adorati! Per un attimo ho pensato che era più interessante se gli avessi detto che era romanesco
2- la più magica
l’anno scorso, parlando delle tarme della lana, mi armai di lente di ingrandimento e lana piena di pupe di tarme e fui per certi versi fortunata quando riuscimmo a vedere qualche piccola forma di vita che passeggiava liberamente tra le fibre ma quando hai davanti 20-30 bimbi con annesse famiglie, diventa un pò più complicato riuscire a cogliere sempre quelle microscopiche forme di vita (6 mm circa) quindi quest’anno ho adeciso di portare una magia! Sono riuscita a “catturare” una Tinea Pellionella acerrima nemica della lana e a farla crescere a dismisura con un piccolo incantesimo, unico problema, la farfalla, sapendo di essere al centro dell’attenzione, furbamente si immobilizzava e “faceva finta di essere finta”. La magia negli occhi dei bambini che mi facevano milla domande su cosa mangiava, come restava immobile, cosa faceva quando non era al centro dell’attenzione, era assicurata, altro che microscopio o lente di ingrandimento!
3- la più emozionante
Durante il secondo laboratorio, mi si avvicinano due genitori che riconoscendomi mi dicono di essere venuti l’anno prima con il loro bimbo il quale, dopo aver fatto il laboratorio, si era appassionato alla lana e si è fatto costruire un telaio dal papà iniziando a tessere e che quando aveva letto che quest’anno c’era di nuovo il lab, era ritornanto apposta e felice di rifarlo. conclusione: si è seguito ben due laboratori! Ora amici cari, potete credermi quando vi dico che questa è la cosa più bella ed emozionante che possa capitare a chi come me fa questo lavoro con tanto amore e con la convinzione di regalare un pezzettino di voglia per rendere il mondo in cui viviamo, migliore. Non mi è scesa la lacrimuccia ma quasi e spero che questo bimbo possa realizzare tutti i suoi sogni!
4- la più interessante
E qua dovrei dire “la più faticosa” … eh già… perchè quando si è avvicinato un gruppo di una 15ina di persone tra bimbi, adolescenti e adulti, francesi, desiderosi di ascoltare il mio laboratorio me la sono vista brutta perchè inizialmente non sapevo cosa fare ma poi, come dire, ho sfoderato il mio “raro” francese inglesizzato e alla fine, ci siam capiti benissimo e sono rimasti ad ascoltare e partecipare a tutto il lab (circa 40 minuti) feltratura compresa. E la cosa interessante, voi direte, qual è? Non sarà certo il fatto di aver fatto un lab in francese che non ve ne pò fregà de meno (direbbe il vecchietto romanesco), ma il fatto che hanno detto di avere una piccola fattoria con delle pecore che tosano periodicamente e che erano felici di aver appreso che ora potevano sfruttare la lana sia per la filatura che per la feltratura…eh so soddisfazioni!!!! Amo i francesi! Amo il mio lavoro!
Per il resto, abbiamo cardato pettinando tanti riccioli, filato realizzando tanti gomitoli colorati con lana di risulta ed infeltrito, diventando: massaggiatori, lavatrice e centrifughe!
Una giornata intensa, decine e decine di volti, di sorrisi, di domande, di curiosità scientifiche soddisfatte; spero l’anno prossimo di ripetere per la terza volta questa avventura e regalare tante emozioni e un pizzico di sapere sostenibile in più! Grazie ancora alla cooperativa sociale Le Mille e una notte e ovviamente al Bioparco.
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