14 Gen 39 giorni di fiera natalizia, ti racconto i pro e i contro di NearteNeparte
Sì lo confesso quest’anno è stata dura e non vedevo l’ora che finisse, sarà che è iniziata 1 settimana prima, sarà che venivo da 2 fiere pesanti fatto sta che il giorno 7 mattina ero a piazza Dante, avevo quasi smontato tutto e nell’andare via ero tutta “YEAH”…”è finita finalmente” mi dicevo. Così, dopo il 4° anno on the road posso dire la mia sulla fiera natalizia di piazza Dante. Ora ti racconto cosa è andato e cosa no!
ATTENZIONE quello che leggerai non è tutto rose e fiori anche perchè è un’analisi rispetto alle condizioni di crescita del mio BIZ quindi se sei nella fase “voglio sentire solo cose belle” non leggere oltre 🙂 se invece sei curiosa e pronta a tutto, continua pure, buona lettura!
Da vari anni il Comune di Napoli offre una delle piazze più belle della città per realizzare una fiera natalizia, la prima a cui ho partecipato risale al 2012 poi da allora, di strada ne abbiamo fatta sia io che il Comune, all’epoca portavo ancora la mia proposta di giochi e giocattoli upcycled e non mi ero ancora dedicata esclusivamente alla lavorazione del feltro, pensa te quanto fa!
Facciamo un salto al 2015, in quell’anno facevo parte di un collettivo di artigiani, con i quali avevamo stilato un manifesto di intenti per promuovere e far rinascere le piccole imprese artigianali a Napoli, “La Tribù dell’Artigiano”. Avevamo deciso di proporre al Comune una fiera natalizia all’insegna dell’artigianato vero visto che negli anni passati, la piazza era stata un andirivieni osceno di associazioni che facevano compravendita di posti da subaffittare speculando unicamente sugli affittuari che per lo più erano o hobbisti per caso o attivisti della compravendita natalizia (nulla in contrario contro queste 2 categorie ma talvolta sono i concorrenti più pericolosi dell’artigiano).
Dopo luuuuunghe trattative con assessori e dirigenti (perchè si sa che non sempre le istituzioni sono pronte a cogliere istanze di un certo tipo, volte alla rinascita, soprattutto se hanno una ricaduta a lungo termine per la comunità), fu data la possibilità al collettivo di proporsi, attraverso uno strumento democratico anzichenò: il bando pubblico. Peccato però che uno dei requisti primari fosse “l’anzianità” ovvero la certificazione che in quella piazza tu avessi già esposto….arghhhhh….ma c’erano anche altri requisiti (per fortuna): la qualità dei prodotti, la certificazione che fossero fatti a mano, la comprovata partecipazione ad eventi e manifestazioni artistiche di un certo livello con tanto di documentazione di attestati e titoli.
Fin qui tutto ok, noi eravamo decisamente i più forti, accadde dunque che nel Natale del 2015 piazza Dante veniva “colonizzata” da artigiani “veri” e quell’anno fu davvero bello.
A distanza di 3 anni mi sono ritrovata ancora ad essere presente benchè fossero 39 giorni on the road dove sai benissimo che quel periodo sarai totalmente fuori dal mondo, anche dall’atmosfera natalizia, dagli affetti, dalla casa, dal riposo, tuttavia quando c’è da lavorare bisogna farlo infatti quest’anno ero ancora lì e qual è stato il motivo? Te lo dico rispondendo alle domande che puntualmente ogni anno mi vengono rivolte.
1) Ne vale la pena? Sì, perchè è l’unico momento dell’anno, in cui nelle persone c’è la predisposizione all’acquisto e quindi ho più possibilità di colloquiare con i clienti. E’ l’unica fiera che mi permette di testare il mio prodotto su un periodo lungo rispetto alle altre fiere in strada di pochi giorni. E’ l’unica fiera di artigianato dove guadagno una cifra tale che mi permette di investire l’anno dopo su materiale, formazione e pubblicità.
2)Devi rimanere obbligatoriamente tutto il periodo? Assolutamente Sì, benchè il periodo di maggiore vendita è fino alla vigilia, tuttavia aderendo al bando, si decide di aderire alle condizioni di esso e poi perchè pago comunque per 39 giorni e quindi non vale la pena andarsene prima nè tantomeno è carino nei confronti degli altri colleghi.
3) Il Comune cosa vi da? Nulla, solo l’opportunità di partecipare al bando, quindi tutte le spese di fitto gazebo, guardiania ed enel sono a carico mio.
4) Hai tutta questa merce per 39 giorni? Se voglio guadagnare, devo avere una cospicua produzione perché i clienti amano scegliere e devo poter offrire la scelta. Per fare la fiera natalizia io inizio a produrre da agosto ma è già tardi, dovrei iniziare a farlo da marzo, stilando un piano di produzione che mi permetta di non arrivare a novembre con l’acqua alla gola e quest’anno un pò con l’acqua alla gola ci sono arrivata perchè a ottobre ho fatto Abilmente a novembre Creattiva.
5) Bisogna portare soprattutto cose da 5-10 e 15 euro? Assolutamente no! La scelta di cosa portare fa parte della strategia di marketing di ognuno. Io scelgo di portare molti prodotti di fascia media dai 20 ai 35 €, vari prodotti di fascia medio bassa 10-15, alcuni prodotti di fascia medio alta dai 35 ai 50 e pochi pezzi di artigianato artistico. Tuttavia è fondamentale associare la propria strategia di marketing, al bisogno del cliente natalizio che rispetto ad altri clienti, ha caratteristiche molto specifiche. Il mio motto è “pochi ma buoni”, ovvero io ho sempre puntato a 100 clienti buoni anzichè a mille di passaggio. E’ importante arrivare alla fiera con le idee moooolto chiare su cosa si vuole vendere e sul prodotto di punta altrimenti si rischia di soccombere e di voler “acchiappare” a tutti i costi il cliente proponendogli prezzi bassi ma non è una cosa intelligente. Se io lo facessi otterrei un boomerang ovvero: gli acquirenti non diventerebbero mai miei clienti in futuro, dovrei avere una produzione esasperante per arrivare allo stesso obiettivo di guadagno dell’anno prima, di sicuro peccherei in qualità e cosa non ultima, ucciderei il mercato del feltro, sminuendo il mio lavoro e quello degli altri feltrai. Quindi a chi si appresta a fare una fiera così importante dico: createvi una strategia di marketing con tanto di piano di produzione adeguato e non uccidete il mercato!
6) Ma quando piove cosa fai? Aspetto che smetta di piovere e se piove con vento, visto che piazza Dante è rinomata per le sue bufere, chiudo le tende e faccio una makumba sperando che il vento non mi porti via la merce, visto che le mie cose pesano tutte pochi grammi e se, come quest’anno, piove e fa bufere 25 giorni su 39 mi affido al palo santo di Giada, la mia vicina di stand di quest’anno che ogni tanto lo accendeva per ristabilire un certo equilibrio tra i nostri desideri e quello dei clienti.
7) Di che droga ti fai? Assolutamente nessuna, purtroppo e non fumo nemmeno, ma durante la fiera è d’obbligo il vinello se ad un certo punto la temperatura scende sotto i 7 ° soprattutto dalle 16 in poi quando il sole cala e inizi a non sentire più le dita delle mani…ah dimenticavo l’anno scorso ho beccato una rinosinusite che per 4 mesi mi ha resa sorda e quest’anno 1 settimana di afonia ma non preoccuparti perchè ora sto bene e sono contenta perchè grazie alla rinosinusite dell’anno scorso quest’anno mi sono sparata 2 mesi di sole!!!! di cui 7 giorni nella mia amata Sardegna! Ebbene sì, forse una droga aiuterebbe, l’anno prossimo ci penso.
8) Può partecipare chiunque? Purtroppo sì, ahimè e qui non lo dico perchè temo la concorrenza, anzi sì temo la concorrenza ma quella sleale, temo chi partecipa a bandi per fiere natalizie senza fare il creativo o l’artigiano di mestiere, temo la speculazione delle associazioni di nuovo sugli artigiani, temo chi fa compravendita e la spaccia per artigianato. Una bella fiera diventa importante attraverso il passaparola dei clienti quando tutti hanno un prodotto di un certo livello, tutti paghiamo le tasse, tutti ci facciamo il mazzo per lavorare e tutti ci aiutiamo a vicenda…ahimè, non vorrei dirtelo ma purtroppo non sempre è così.
9) Com’è andata quest’anno? Rispetto agli anni passati, posso dire di aver guadagnato di meno ma forse non ti ho detto che rispetto agli altri anni, quest’anno il Comune ha pensato bene di far pagare l’occupazione di suolo e la cifra che abbiamo speso complessiva era di circa 1500 €, ora aggiungici gli spostamenti e i materiali, il mio costo da coprire era ben oltre i 2000 €. Sì l’ho coperto e sì ho guadagnato ma quest’anno a caro prezzo perchè la piazza che 3 anni fa era fatta di 18 artigiani e 2 commericanti, quest’anno era fatta di 17 artigiani e 15 che facevano compravendita e il sogno di una fiera natalizia di alto livello in questi anni è andato scomparendo. Perchè mi premuro di sottolineare questo aspetto? Chiaro! Perchè in una fiera dove tutti vendono handmade, il prezzo medio di un prodotto risulterà più adeguato rispetto ad avere cineseria da pochi euro e il livello sale, il livello di produzione, di qualità, di esposizione, di servizi offerti al cliente per non parlare dell’immagine della piazza e della città tutta. Io non ho la puzza sotto il naso ma credo che le istituzionio debbano avere gli attributi di riconoscere la differenza tra 2 differenti tipologie di venditori e affidare a ciascuno la propria nicchia magari iniziando dalla stesura dei bandi pubblici…ma questa è un’altra storia e magari te la racconto in un altro post che si chiamerà “i paradossi dei bandi pubblici e i buffi criteri di selezione degli omini comunali”
10) Ti rifaccio la domanda: ne vale la pena? Per un investimento iniziale con queste cifre direi che ciascuno deve fare le proprie valutazioni rispetto alla propria strategia di marketing e al proprio prodotto per capire il margine di guadagno rispetto al sacrifico di stare 39 giorni on the road. Ne è valsa la pena perché mi ha aiutato a definire il mio brand, a capire i miei errori a distanza di 3 anni, ad individuare meglio i bisogni del mercato natalizio, ho appurato come si sono evoluti i bisogni dei miei clienti in questi 3 anni. Ho inoltre appurato con grande piacere che la mia strategia sui social funziona e che sto andando nella direzione giusta. Ovviamente 39 giorni on the road, sono stati anche: condivisione, confronto con altri artigiani, momenti di gioia con altri colleghi, nuove conoscenze, amici che ti vengono a trovare, clienti che ritornano, clienti bizzarri, la gioia per aver venduto quel pezzo che proprio non sopportavo più, sì certo c’è stato di sicuro tutto ciò ma ora il mio pensiero è uno, ovvero: “A queste condizioni l’anno prossimo la rifarei?” No a queste condizioni di investimento rispetto a quanto detto sopra, credo che non ne valga la pena rispetto al mio piano di marketing e probabilmente l’anno prossimo per la stessa cifra, mi converrà scegliere una fiera di settore, che probabilmente attirerà lo stesso numero di persone e mi porterà lo stesso guadagno ma in soli 4-5 giorni.
Cristina Catenacci
Posted at 11:21h, 15 GennaioCondivido ogni parola che hai scritto, specialmente il fatto di non abbassare i prezzi per stare dietro alle "cineserie" da 5€, o addirittura meno, del banco accanto al tuo. Purtroppo molti creativi e artigiani si fanno del male da soli, abbruttendosi nel lavoro quasi seriale di oggetti non rifiniti, non amati e quindi alla fine mal riusciti, pur di star dietro a prezzi sempre più bassi. Fanno del male prima di tutto a sè stessi e poi lo fanno indirettamente a tutti gli altri artigiani sminuendo il valore dell'hand made e della creatività, lo studio e l'amore che ogni cosa fatta a mano porta necessariamente con se
Gioconda Pieracci
Posted at 18:15h, 15 GennaioChe bella analisi, brava, l'ho letto tutto con interesse perché è difficile trovare dei resoconti onesti, di solito tutti tendono a gonfiare le cose. Grazie dello spaccato realistico che credo sia un problema un po' di tutta Italia, all'estero non so 😊. N.b.= è stato molto bello venire e conoscerti e il tuo banco e le tue creazioni erano bellissimi!
nearteneparte
Posted at 14:56h, 16 GennaioGioconda tu sei stata uno dei motivi belli per stare in piazza altrimenti non ti avrei conosciuta!
nearteneparte
Posted at 15:00h, 16 GennaioCristina è esattamente come hai scritto! Fanno del male in primis a se stessi e tutto questo perchè spesso ci si improvvisa senza farsi tante domande. Io dico che in questi casi c'è la selezione naturale ma nel frattempo sei venuta a rompere le scatole a chi si fa il mazzo tutto l'anno.