12 Set 14° concorso di arazzo a telaio e fiber art, feltro pittorico di NearteNeparte
Anche per il 2017 ho deciso di partecipare alla mostra-concorso dedicata all’arazzo a telaio e a tutta la fiber art che ormai da svariati anni si svolge a Parma e dintorni.
Questo evento è organizzato dall’associazione culturale Arcadia a cui si devono tanti meriti:
- primo fra tutti quello di essere riusciti a far incontrare tanti artisti nel corso di questi anni che hanno potuto esprimere la loro arte attraverso i temi del concorso, molto stimolanti
- con i loro temi, inducono gli artisti, obbligatoriamente ad un certo tipo di riflessione che coniuga la testa, il cuore e le mani
- sono persone meravigliose ed accoglienti
- la loro cena post-inaugurazione, vi assicuro che spacca proprio di brutto. Una rete territoriale dalle Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno che si incontra a tavola fra vino buono e altrettanto cibo squisito, grazie alla maestria del flemmatico chef Julio, nonchè consorte della generosa e anti-flemmatica Antonia Sorsoli, l’organizzatrice dell’evento.
Sì hai letto proprio bene, un “temino facile facile”! Quando lo lessi, pensai ” orca l’oca che bello ma che cavolo faccio?” Se mi conosci, sai che ho fatto anche studi naturalistici e per molti anni ero specializzata nella tutela della biodiversità e per un periodo mangiavo pane e sostenbilità tutti i giorni e poi ero e lo sono ancora, un’educatrice ambientale quindi immagina come potesse essere per me un tema meraviglioso. Insomma il tema lo sentivo proprio mio ma era così “ampio” che non volevo proprio rischiare di uscire fuori dai binari e poi volevo dire la mia su questo argomento.
Allora ho fatto un bel respiro, ho iniziato a documentarmi sugli aggiornamenti in merito alle normative e sono andata a guardare le mappe delle criticità della terra ed ecco che mi è balzato alla mente un argomento molto spinoso: la commercializzazione, illegale ovviamente, dell’avorio che come saprai, è ricavato dalle zanne degli elefanti.
Ecco la lampadina! Volevo utilizzare questa occasione per porre l’accento su una cosa che per quanto se ne dica, non la sentiamo fino in fondo come un problema, intendo noi sapiens sapien e volevo farlo, spostando però, per un momento il punto di vista. Anzitutto ho deciso di rendere gli elefanti protagonisti del mio lavoro.
bozzetto |
Ho scelto di far “parlare” loro; ho scelto di realizzare un primo piano su di loro immaginando il mio lavoro come una foto in bianco e nero scattata con un teleobiettivo, così da poter osservare con discrezione cosa accade quando noi (sapiens sapiens) non ci siamo. Volevo entrare in punta di piedi nella loro quotidianeità, cercando di “rubare uno scatto” come si dice in gergo fotografico, che ponesse l’accento su aspetti comportamentali di questo bellissimo animale, rari anzichenò che denotano una grande sensibilità ed intelligenza.
Non mi soffermo a descrivere nulla, perché come accade in fotografia, uno scatto deve raccontare qualcosa che parli da sè, che emozioni chi lo guarda, quindi, lascio a te percepire il racconto della mia storia e spero che dentro ti sia arrivata una emozione, io mi interrogo solo su una cosa.
Che diritto abbiamo noi di strappare tutto ciò per possedere una orrenda statuina destinata a prender polvere in salotto?
Dal bozzetto al progetto
ORA SAI COME E’ NATO “AVORIO”
Avorio è un pannello realizzato in feltro pittorico ad ago su prefeltro e canapa grezza utilizzando una palette di 4 colori dal nero al bianco. La zanna invece è cucita in 3D con scampoli di seta e poliestere.
io alla Rocca di Sala Baganza |
Anonimo
Posted at 08:33h, 15 SettembreÈ bellisimo, di una tenerezza infinita…
Complimenti Anna e un bacio
Lina
nearteneparte
Posted at 19:28h, 15 SettembreLina che bello sentire che tu percepisca tenerezza perchè gli elefanti lo sono! Grazie